“Una sola cosa è certa e non assoggettabile a dubbi di sorta: una volta letti I tormenti, non si potrà più tornare indietro.”
Il giovane Kihlgren parte da un progetto di tutela dei borghi storici in abbandono e del loro paesaggio duro, intenso e desolato ma che ha cancellato per dar vita a un’immagine più spendibile, una propria caratteristica fondante, la sua intima spiritualità. Vuole affrontare questa esperienza in prima persona, cercando di vivere l’ascesi di questi territori, ma è a questo punto che arrivano le giovani pastorelle abruzzesi portando al fallimento incondizionato la ricerca di santità e purezza del giovane. Lo ritroviamo poi nei bar della Capitale, con un’immagine un po’ stereotipata ma molto milanese e, sebbene cerchi di profondere i valori politically correct sedimentati nel suo armamentario morale, viene nuovamente massacrato dalla Romanità esasperata delle monelle dei Castelli Romani, dell’Agro Pontino e della Ciociaria. Rimarrà solo un’ironia sterile che ingoia tutto e tutti dal giovane Kihlgren ai suoi progetti, dai borghi all’Assicurazione Sanitaria in Africa fino ad alcuni dei tabù ideologici e culturali più sedimentati del Secolo appena trascorso.
Milanese di origine svedese, Daniele Kihlgren è ideatore, fondatore e CEO di Sextantio Group. Terzogenito di una famiglia di imprenditori del cemento, alla fine degli anni Novanta decide di restaurare un borgo medioevale in rovina, Santo Stefano di Sessanio, sulla cima delle aspre montagne abruzzesi, facendo del paese intero un albergo diffuso. Successivamente, realizzerà un progetto analogo nei Sassi di Matera ed è in realizzazione un piccolo villaggio con destinazione ricettiva in un’isola del lago Kivu in Ruanda, al confine col Congo. Da più di dieci anni gestisce un progetto per l’Assicurazione Sanitaria, con i proventi delle Società di gestione dei borghi e in periodi di magra con il generoso aiuto di amici e conoscenti.