“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali” (Gandhi).
Il progetto del presidio zooantropologico, in termini più formali “canile rifugio”, in provincia di Pescara (Comune di Spoltore) si pone in risposta a quella tradizione molto Italiana in cui vengono fatte leggi di grande valore culturale e morale ma la cui attuazione si rivela invece problematica.
L’esempio più paradigmatico che ha posto l’Italia sotto i riflettori del mondo è stata la Legge Basaglia (L.180/1978), una grande legge di civiltà per la chiusura dei manicomi e per i maggiori diritti delle persone con “malattie mentali” partendo proprio dalla critica della riduzione del disagio psichico a malattia nel contesto del movimento antipsichiatrico degli anni 60/70.
La chiusura della istituzione doveva avvenire parallelamente alla costituzione nel territorio di strutture di consulenza per affrontare le problematiche comunque esistenti anche al di fuori dell’istituzione psichiatrica.
Questa difficile organizzazione territoriale ha portato a effettivi problemi per le persone abbisognanti di sostegno, per le loro famiglie e infine molte critiche alla legge stessa.
L’Italia ad oggi rimane l’unico paese che ha abolito gli ospedali psichiatrici.
Un esempio meno conosciuto ma che ha, in un settore differente, un suo valore di Civiltà e una sua intima nobiltà è stata la scelta della legge 281/91, di non mettere più a morte i cani dentro le strutture di accoglienza, anche qui una scelta in cui il nostro Paese rimane un caso isolato, ma che ha vissuto anche in questo caso le inefficienze tipiche della nostra organizzazione politica territoriale, con lo sviluppo di canili sovraffollati, canili a gestione privata interessati a tenere il maggior numero di cani e a non farli adottare.
Il progetto che noi proponiamo è la donazione al Comune di Pescara di un terreno di buon valore paesaggistico e logisticamente molto vicino al Capoluogo, con allegato progetto, per proporre un luogo con queste due finalità:
– l’adozione dei cani;
– il benessere dei cani durante la permanenza nel rifugio.
Per questa ultima finalità abbiamo seguito il progetto di un etologo internazionalmente conosciuto, il Prof. Marchesini.
In questo specifico campo l’Italia ha infatti sviluppato una conoscenza di avanguardia quale conseguenza dell’eccezionalità della situazione dei canili.
Oltre ad un numero massimo di cani che non potrà essere superato, una specifica competenza in ambito comportamentale/cognitivo/emozionale dei cani ha finalizzato il progetto che segue a massimizzare il benessere dell’animale durante la permanenza in struttura.
Il progetto modello per l’adozione dei cani rimane il canile di Segrate (Mi). Il nostro verrà declinato in un’ottica meno efficientemente calvinista e più mediterranea e legata alla qualità della vita. Situato vicino a Pescara, oltre al progetto di adozione e benessere del cane, realizzeremo nello stesso terreno un secondo progetto dedicato a quei cani con scarsa possibilità di adozione, tipicamente le seguenti categorie di cani:
– i cani molto anziani,
– i cani pastore che soffrono particolarmente la collocazione nel canile e abbisognano di un terreno vasto dove poter fare branco tra loro,
– i Molossi anch’essi tra i cani che soffrono di più il confinamento in recinto e che hanno quale esigenza fondante il rapporto con l’uomo.
In questo caso i cani saranno collocati accanto al vissuto della casa.
Quest’ultimo progetto sarà a gestione privata.
La struttura potrà essere aperta ad uso della popolazione per fare passeggiate nel giardino botanico dove si prevede l’area del birdgarden con essenze che richiamano gli uccelli, per vedere i cani, portare i propri cani con l’area mobility per aiutare il cane nell’integrazione all’ambiente, etc.
Avendo definito in maniera informale gli accordi col Comune ci si augura che per una volta, con la realizzazione del progetto, che una grande legge di Civiltà si declini in un’attuazione che renda giustizia a questa legge e ai suoi intrinsechi valori morali.
Premessa generale
La realizzazione di un complesso che voglia rispettare le coordinate generali del progetto zooantropologico all’interno dei parametri normativi di distanza dalle abitazioni deve necessariamente individuare tre zone, che ho nominato rispettivamente: 1) Zona1 di circa 3800 mq comprendente il fabbricato; 2) Zona 2 di circa 4800 mq definibile come l’area di distanza utile dalle abitazioni; 3) Zona 3 di ampiezza non definita dalla planimetria ma che presumo possa essere di circa un ettaro.
Sarà a questo punto necessario individuare in modo molto preciso le diverse pertinenze ove inserire le attività da svolgere, perché è evidente che un’area di 4800 mq non consente di realizzare il progetto Presidio Zooantropologico.
Zona 1: Accoglienza.
La zona 1 dev’essere definita come Area Accoglienza che presenteremo nel progetto come zona dove si svolgono servizi accessori al canile, come: 1) ambulatorio veterinario, 2) area di accoglienza dei visitatori, 3) magazzini e servizi degli operatori, 4) degenza post-operatoria; 5) quarantena per i nuovi ingressi. Fatto salvo che realizzeremo effettivamente tali servizi, le voci 4 e 5 ci permettono di realizzare dei box per i cani che chiameremo area A, B, C. Inoltre a queste aree aggiungeremo due spazi destinati a campetti recintati (area D ed E).
Possiamo, allora individuare tre lati utili intorno al fabbricato, che definisco come:
1) Area A deputata alla quarantena, ossia all’ingresso dei cani, con annesso un campetto recintato che è definito con la lettera E, che mi consente di fare attività di valutazione dei cani in ingresso. Nel lato A posso ipotizzare circa 8 box singoli costruiti secondo la struttura ordinaria vale a dire rettangolare con area coperta sul fronte opposto al fabbricato, in modo da non disturbare i cani durante le attività di valutazione in area E.
2) Area B sempre deputata alla quarantena ma destinata ai cuccioli costituita da tre macrobox ciascuno di area doppia rispetto a quelli precedenti, utili per accogliere tre cucciolate. In questo caso l’area coperta sarà dalla parte della struttura e aperta verso l’esterno in modo da favorire i processi di socializzazione.
3) Area C deputata alla degenza, annessa all’ambulatorio veterinario. La mia idea è di far passare tutta l’area come deputata alla degenza ma in realtà di dividere quest’area come segue: 1) quattro box interni al fabbricato come effettivamente utili alla degenza dei cani; 2) cinque box all’esterno del fabbricato, utili come “vetrina”, vale a dire destinati a quei cani che per le loro caratteristiche di facile e immediata adottabilità (già presente o raggiunta grazie al lavoro di valorizzazione) devono essere presentati subito. In questo caso l’area coperta sarà opposta al fabbricato in modo da consentire un corridoio di visita per gli adottanti.
4) Area D è un campetto, destinato alle attività di presentazione dei cani e di preadozione, ossia per far sì che gli operatori aiutino gli adottanti a conoscere il cane e a fare attività di relazione. Il campetto sarà recintato con rete e con una siepe di Photinia red robin e avrà due entrate, una verso il fabbricato e una verso la zona 3.
5) Area E è un campetto, destinato alle attività di valutazione dei cani, recintato con rete e con siepe di ligustro. Questo campetto dovrà essere attrezzato per poter svolgere le valutazioni e avrà un solo ingresso nella direzione del fabbricato.
Zona 2: Presidio Zooantropologico
La zona 2 è quella di pertinenza del canile e, a mio parere, non può contenere più di 60 cani, se non vogliamo creare situazioni di eccessiva concentrazione dei cani, con tutti i problemi che ne conseguono. Questa zona è stata divisa nei seguenti padiglioni:
1) Padiglione F (prosocialità) dedicata a soggetti che non presentano problemi di socializzazione primaria (cioè che vanno d’accordo con gli altri cani) ma che richiedono attività di regolazione nel rapporto con l’essere umano, perché molto eccitabili o con scarsa capacità di accettare le attività di gestione da parte dell’essere umano. La struttura è un semicerchio che consente di ottimizzare lo spazio ad angolo ottuso che mette in adiacenza la zona 2 con le zone 1 e 3. La parte coperta è all’esterno del semicerchio e la parte centrale o isola poligonale consente di portar fuori i cani a fare attività di conduzione al guinzaglio e attività di socializzazione secondaria e mobility che verranno svolte in zona 3. Penso a circa otto box da due, per un totale di 16 cani. All’esterno della copertura del semicerchio avremo un camminamento interno alla zona 2 che mette in contatto le zone 1 e 3.
2) Padiglione G (comunità) per cani di piccola-media taglia che amano stare insieme. Possiamo ipotizzare tre grandi spazi o box multipli capaci di ospitare quattro cani, per un totale di circa 12 cani, con zona di copertura rivolta all’interno della zona 2 e zona di apertura che guarda verso il vertice della losanga. Subito di fronte alle tre aperture avremo un camminamento, che mette in contatto il padiglione G con la zona 1. Davanti al camminamento realizzeremo un parchetto che sarà per metà di pertinenza della zona 2 (il vertice in alto del rombo) e per metà in zona 1.
3) Padiglione H (geriatria) per cani anziani con porzione coperta rivolta all’interno della zona 2 e con l’area scoperta rivolta al lato di confine della proprietà. Possiamo ipotizzare 12 box singoli che danno a tre aree di sgambamento rivolte all’interno della zona 2, una per ogni quattro box, recintate a cui si accede dal camminamento principale di zona 2 e dalla parte coperta dei box. Queste aree dovranno essere alberate e con zone relax e una siepe ligustro.
4) Padiglione I (timorosi) per cani che hanno bisogno di sentirsi più riparati per cui in questo caso si ipotizzano 8 box con le zone coperte rivolte all’esterno, cioè verso il confine della proprietà, e le zone scoperte verso un’unica grande area che consenta di ricavare spazi di esplorazione progressiva per accrescere il senso di sicurezza dei soggetti. Il camminamento di divisione tra spazio verde di pertinenza al padiglione H e quello I sarà più grande e vedrà una siepe di ligustro ai due lati.
5) Padiglione L (aggressivi) per cani che presentano problemi di aggressività o mordaci, che pertanto richiedono un lavoro accurato di gestione e di correzione comportamentale. Si ipotizzano circa dieci box singoli con la zona coperta rivolta verso l’interno della zona 2 mentre la parte esterna guarderà verso la zona 3 che permetterà di ricavare singoli corridoi di gestione e di accesso a un’area più grande (parchetto di lavoro).
Zona 3: Polo Ecologico-Didattico
Quest’area diventerà il vero e proprio parco, organizzato secondo la filosofia di giardino botanico, cioè con unorganizzazione del verde capace di accrescere la biodiversità e di dare una cornice di bellezza e di coerenza a tutto il nostro progetto. Si prevedono camminamenti per passeggiatte, l’area del birdgarden con essenze che richiamano gli uccelli, l’area mobility per aiutare il cane nell’integrazione all’ambiente, l’area ludico-sportiva, i percorsi “cino-vita”per migliorare la conduzione del cane e fargli fare attività psicomotoria, eventualmente la piscina dove fare attività relazionali o di fisioterapia con il cane, i campetti di rieducazione.
Link al progetto architettonico di massima.
Daniele Kihlgren
+39 348 5914810